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Cari Amici Torinesi,

Mi presento
Il mio nome è FERRANTE De Benedictis ho 40 anni, sono un Ingegnere e dottore di ricerca in energetica.
Attualmente ricopro la carica di Vicepresidente di Nazione Futura e di Presidente dell’AGIT, Associazione Giovani Ingegneri di Torino.
Originario della Basilicata, terra meravigliosa alla quale sono molto legato, all’età di 19 anni decisi di trasferirmi a Torino per studiare al Politecnico dove mi sono laureato con lode nel 2005 in Ingegneria Meccanica indirizzo energia, per poi conseguire il titolo di dottore di ricerca in Energetica nel 2009.
Ho partecipato come delegato nazionale al World Energy Congress tenutosi a Roma e sono attualmente membro del “Future Energy Leaders Community” del World Energy Council. La competenza sviluppata nel settore energetico mi ha portato ad occuparmi di produzione di energia da fonti rinnovabili e di tutela dell’Ambiente. Sono autore del libro “L’uomo custode della natura” edito da Giubilei Regnani, (2020) e di decine di pubblicazioni scientifiche per riviste e convegni internazionali sui temi energetici.
Ho deciso coerentemente con le mie idee di impegnarmi in prima persona in questa nuova sfida e di candidarmi per il consiglio comunale di Torino nelle fila di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni.
Consapevole di quanto il momento sia difficile, forte di una squadra di altissimo valore umano e professionale, siamo pronti a dare tutto noi stessi per Risvegliare Torino dal torpore nel quale è sprofondata e riportarla ai livelli che merita.

Torino, aprile 2021

Ferrante De Benedictis

Il programma elettorale è il documento cardine dal quale si sviluppa l’intera campagna elettorale; le elezioni amministrative sono uno dei momenti di maggiore vivacità ed interesse nella comunità locale. Durante questi momenti si studiano i #temi, si elaborano #proposte e si sperimentano delle #soluzioni.

Il programma elettorale è per questa ragione il momento più esaltante ed importante di tutta la campagna elettorale, ed ha come finalità quello di identificare i punti programmatici e le strategie del prossimo quinquennio di governo della città.
Per questo partendo dall’analisi dei vari nuclei tematici, il documento avrà lo scopo di individuare le criticità e proporre un piano di rilancio che si basi su pochi ma efficaci punti.

Torino sta vivendo una crisi di identità senza precedenti, questi ultimi anni di governo della città ci consegnano una realtà stanca, poco incline ad investire e vittima di significative fratture sociali aventi pesanti conseguenze sull’intero tessuto urbano ed economico cittadino.

Torino appare oggi una città poco sicura, poco attenta ai bisogni dei cittadini e poco incline ad investire sul suo futuro; il dato più inquietante, che segna questo drammatico momento è il calo delle nascite, il crollo demografico che sta colpendo l’Italia ed in particolare la nostra città indica una totale assenza di speranza.

Occorre presto invertire la rotta, ritornare a pensare in grande e riportare Torino ai livelli che gli competono, in poche parole dobbiamo risvegliarla da questo torpore che gli impedisce di rilanciarsi e di assumere un ruolo da protagonista della storia d’Italia.
Ma per far questo è fondamentale che Torino riscopra la propria vocazione, si riconosca in essa e punti sulla forza della propria identità, ritornando ad essere motore produttivo italiano nel pieno rispetto della sostenibilità, così da avviare un percorso virtuoso che la porti ad essere capitale della “città intelligente”.

Ma una città per essere realmente smart non può dimenticare che questa è prima di tutto uno spazio dove vive e si evolve una comunità di persone che condividono un destino: si tratta di migliaia di famiglie in relazione fra loro in un luogo della storia, perché la città è un fenomeno storico, e la storia di una città investe tutti coloro che la abitano, li trascina fatalmente nel suo potente divenire.

Sono senza dubbio tanti i temi da considerare in un programma elettorale di una città complessa come Torino, ma bisogna pur fare delle scelte e così abbiamo deciso di puntare su pochi ma efficaci punti che riteniamo essere centrali per il rilancio della nostra città:

  •  Giovani e Sport;
  •  Lavoro e Impresa;
  •  città SMART: più sicura, più vivibile, più attenta;
  • Cultura e turismo;

 

Qualunque programma risulterebbe inefficace se non si porrà come comune denominatore la centralità della persona e della comunità in cui vive, persona che ritorni ad essere fine e non mezzo.
Essere, pensare ed agire come cittadini consapevoli e responsabili, la responsabilità sociale e l’impegno civico come obiettivo di ogni cittadino per il raggiungimento del bene comune, queste le parole d’ordine per una piena attuazione del nostro programma.

Ciò premesso certamente il tema principale sul quale Ferrante e la sua Squadra investirà la gran parte delle proprie energie sarà quello che riguarda i giovani ed il lavoro, un argomento molto complesso che lo si dovrà affrontare in chiave di sistema e senza mai cedere ad una visione ristretta o settoriale.

Le questioni lavoro e giovani sono questioni urgenti e non più procrastinabili, la cui risoluzione passa da un rilancio complessivo del sistema Torino e di tutto il suo territorio metropolitano.
Questa terribile crisi sanitaria, denominata Covid-19, non ha messo solo a rischio la nostra salute ma ha portato via tutte le nostre certezze, la serenità e la speranza nel futuro, e sono soprattutto i giovani e le donne a pagarne il peso maggiore.

I giovani rappresentano il futuro delle nostre città e per troppo tempo ce ne siamo dimenticati o semplicemente li abbiamo trattati con superficialità e con un atteggiamento giovanilistico, non rammentando di quale contributo siano stati capaci di offrire alla storia del nostro Paese, ed è per questo nostro compito, compito della classe dirigente tutta mettere i giovani nelle condizioni di potersi esprimere e contribuire al rilancio della nostra città.

Una città attenta ai suoi giovani ha il dovere di creare le basi per la loro crescita umana, scolastica e professionale; con l’obiettivo di trattenerli in Italia ed in particolare a Torino, oggi invece assistiamo ad una fuga delle nostre migliori risorse che andranno ad arricchire altre città d’Europa e del mondo.

Tutto questo non ce lo possiamo permettere, occorre invertire la rotta e rendere Torino una città per i giovani, dove possano incontrare i loro bisogni e sognare il loro futuro. Sognare ed insieme costruire il futuro dei giovani significa offrire loro opportunità di esprimersi a pieno, nella scuola, nell’università e nel mondo del lavoro, dove oggi anziché sviluppare i propri sogni li vedono naufragare, traditi da una società che non offre loro opportunità all’altezza delle loro reali capacità.

Una città giovane e per i giovani non può non costruire la propria socialità attraverso la scuola e lo sport, lo sport Torinese dopo gli anni d’oro delle olimpiadi vive una profonda crisi, strutture olimpiche abbandonate o poco impiegate, centri sportivi che vivono una crisi senza precedenti schiacciati da un lato dalla pandemia dall’altra da regolamenti e concessioni sportive che non tengono conto del valore sociale che un circolo sportivo riveste in un quartiere. I circoli sportivi sono presidi di legalità e centri educativi e formativi di primaria importanza, sarà nostro obiettivo fare in modo che l’amministrazione comunale si metta a disposizione di chi vuole investire nello sport, in primis minimizzando il peso della burocrazia e riducendo i costi fissi favorendo così nuovi investimenti privati.

Un esempio riconsegnare alla città spazi che oggi rappresentano luoghi di degrado, come l’area Nord di Via Germagnano, che è stata per anni teatro di scontri durissimi tra le varie amministrazioni ed i cittadini; area un tempo occupata da un campo nomadi abusivo ed oggi luogo degradato e sporco che occorrerà il più presto possibile bonificare, pulire e consegnare alla città.

La nostra idea è quella di creare uno spazio da dedicare al verde ed allo sport per far nascere un parco sportivo a servizio della comunità, e su questo abbiamo un progetto concreto di riqualificazione in ambito sportivo dell’area ex campo nomadi.
Torino è città dello sport da sempre, a testimonianza di questo su tutti spicca il prestigioso Club Scherma Torino, che rappresenta la società con più iscritti del Piemonte e certamente la più titolata, ma questo non è bastato per impedire alla giunta pentastellata di chiederne l’immediata revoca della concessione; il nostro impegno sarà quello di tutelare luoghi di memoria e di formazione sportiva così importanti e renderli sempre più parte integrante della città.

È certamente il tema più importante, offrire ai giovani l’opportunità di credere nel futuro; per farlo bisogna per forza passare dalla centralità ed eticità del lavoro, inteso come soggetto e non oggetto dell’economia: un lavoro degno ed in grado di rimettere in moto l’ascensore sociale che garantisca ai più bravi di esprimersi al meglio e a tutti la dignità umana.

Lavoreremo per sostenere l’economia reale, per avviare una serie di iniziative a sostegno delle piccole e medie imprese del commercio, dell’artigianato, del turismo, delle libere professioni, ed in generale del mondo delle partite IVA, senza dubbio quello più duramente colpito da questa crisi economica. Il nostro impegno sarà per un’amministrazione più snella e sburocratizzata, ma soprattutto al servizio del cittadino e delle imprese e di tutti coloro che vogliono investire nella nostra città.

Il nostro motto pensare globalmente ed agire localmente, puntando a rafforzare le filiere sul territorio capaci di accrescere le eccellenze e renderle sempre più competitive a livello globale.
I dati sull’Italia sono impietosi e gli alibi sono finiti, per usare le parole dell’ultimo rapporto CENSIS, l’Italia è una ruota quadrata che non gira, in Italia sono crollati i consumi e gli investimenti, 2020 PIL -10% ma anche prima del Covid il solo export aveva tenuto in piedi la nostra crescita, invece consumi ed investimenti non erano mai tornati ai livelli precrisi (2008).

Il dato più inquietante è quello occupazionale nel III trimestre in Italia abbiamo perso 457 mila posti di lavoro, dove il prezzo più alto lo stanno pagando i giovani e le donne. Torino deve ritornare ad essere polo di attrazione di imprese, centri di ricerca e incubatore di imprese innovative e ad alto valore tecnologico, per far questo l’amministrazione cittadina dovrà mettere a disposizione tutte le sue risorse per accrescere l’attrattività della città attraverso una sempre più serrata collaborazione con le Università, il Politecnico ed i centri di ricerca.

Il rilancio del mondo del lavoro non può non passare da una politica fiscale di sostegno per le realtà che investono nella città e per quelle che vorranno osare, sperimentare ed avviare percorsi di ricerca; per loro attiveremo una serie di strumenti di fiscalità attiva, quali ad esempio una riduzione importante degli oneri di urbanizzazione replicando esperienza positive già consolidate.

A questo si dovranno affiancare nuovi modelli di fiscalità attiva come ad esempio il meccanismo del risparmio d’imposta, strumento decisivo per l’allocazione di risorse a favore della collettività.

Sarebbe fondamentale pensare ad un modello di fiscalità diversa da quella attuale, che incidendo su oltre il 40 % del pil per l’effetto congiunto dell’imposizione erariale sul reddito e di quella locale sul patrimonio, rischia di provocare dei veri e propri effetti espropriativi, che in una fase come quella che stiamo vivendo renderebbero asfittica qualunque politica di rilancio.

Perché è importante puntare sulla città intelligente o smart? Per tantissime ragioni ma in primis per la sopravvivenza della città stessa, oggi oltre metà della popolazione mondiale risiede nelle città, sempre più simili a delle vere e proprie megalopoli brulicanti di persone, questo significa che circa il 50% della popolazione mondiale ossia 3,9 miliardi di persone vivono in un’area che è pari al 3% della superficie terrestre. Il fenomeno dell’urbanizzazione è tutt’ora in crescita e le stime parlano che nel 2030 le persone residenti nelle città supereranno il 60% del totale, è facile comprendere che a questo ritmo la vita nelle città non sarà più sostenibile, a rischio vi è la salute delle persone, la tenuta sociale e la vivibilità, inclusa la sicurezza.

Lo scopo di una città dovrebbe invece essere quello di offrire la piena vivibilità ai propri cittadini, offrendo dei servizi efficienti e un ambiente sano, invece l’attuale modello di sviluppo rischia seriamente di andare nella direzione opposta, ed è per questo che si rende necessario un rapido cambio di passo che si traduca nella capacità di ridisegnare le nostre città in chiave intelligente.

Per Città e Comunità Sostenibili intendiamo la qualità di contribuire allo sviluppo sostenibile e alla resilienza attraverso solide basi decisionali e l’adozione di una prospettiva di lungo e breve termine.
Perché una città come Torino possa avviare questo percorso si dovrà in primis come detto ritrovare uno spirito di comunità, senza la comunità nessun progetto potrà mai attecchire e gettare radici, non a caso si parla più che di città smart di comunità sostenibili e resilienti.

Una comunità diventa sostenibile e insieme resiliente nel momento in cui partendo da una revisione del proprio impianto legislativo e in generale di una governance più intelligente ed incisiva è in grado di adottare misure strategiche di medio lungo periodo nei seguenti campi:

#SmartLiving, garantire una piena vivibilità della nostra città a partire dal rafforzamento dei servizi sociali ed assistenziali con particolare attenzione alle fasce deboli e vulnerabili, anziani su tutti. Il tema della vivibilità di una città non può prescindere dal tema casa, la casa è luogo sacro e come tale deve essere accogliente e sicura; per questo avvieremo politiche di revisione e di recupero del patrimonio di edilizia residenziale.

Una città smart è innanzitutto una città capace di creare le condizioni perché chi la abita sia in grado di formare una comunità che ponga al centro del proprio agire il suo patrimonio umano e sociale, e perché questo accada è importante recuperare luoghi simbolo di un quartiere, come le sue piazze, i parchi, le parrocchie, i centri culturali, i centri sportivi e ricreativi, in estrema sintesi la comunità si cementa anche attraverso il recupero di spazi fruibili ed accoglienti.

#MobilitàSostenibile, la mobilità è uno dei temi più annosi e complessi che una città è chiamata ad affrontare, in una comunità che si vuole definire intelligente, offrire un sistema di mobilità sostenibile efficiente ed insieme efficace diventa imprescindibile. Garantire una mobilità sostenibile non è certamente semplice, perché questa dipende da una revisione profonda dell’intera struttura della città, e dalla somma di interventi intelligenti a diversi livelli. La complessità del tema richiede un impegno profondo ed esteso che partendo da una revisione urbanistica ridisegni l’intera struttura della città al fine di garantire da un lato un più semplice accesso ai servizi, dall’altro una loro maggiore diffusione e penetrazione così da realizzare la “città del quarto d’ora”, in grado di garantire un accesso ai servizi essenziali nel raggio di 15 minuti a piedi dall’abitazione di ciascuno. Inoltre, una mobilità efficace è quella che consente ai cittadini di potersi muovere senza soluzione di continuità utilizzando mezzi pubblici e privati a basso impatto, perché ciò avvenga occorrerà creare centri di interscambio dei diversi sistemi di trasporto e capaci di garantire gli spostamenti sull’intera città. Per quest’ultimo argomento verranno dedicati particolari capitoli del recovery plan e diverse linee di indirizzo che sono state presentate nel PNR, Piano Nazionale di Resilienza, quasi certamente si punterà sulla mobilità elettrica e sull’impiego sempre più massiccio dell’idrogeno e delle celle a combustibile.

#TransizioneEnergetica, sicuramente uno dei temi più complessi ed affascinanti e sul quale si indirizzeranno cospicue risorse della linea New Generation Europe. Una grande opportunità per l’Italia e soprattutto per Torino, che può vantare di un’università come il Politecnico di Torino da anni impegnata nella ricerca sulla transizione energetica e sull’idrogeno in particolare; potendo inoltre contare su una rete di aziende e centri di ricerca pubblici e privati di indubbio valore.

L’energia è un tema trasversale che investe tutte le aree della città, dalla mobilità ai servizi, dalla competitività delle nostre aziende al tema ecologico ambientale; una città intelligente dovrà porre al centro delle proprie politiche il tema energetico, il quale potrà e dovrà rappresentare un enorme volano di crescita e di crescita sostenibile. Per queste ragioni, in generale, vi è consenso sull’opportunità di dirigersi verso un sistema energetico più sostenibile, rispetto agli standard attuali, attraverso tre principali linee di sviluppo:

1. maggiore efficienza e razionalizzazione dei consumi;
2. modalità innovative, più pulite e più efficienti di produzione e trasformazione

dell’energia;
3. ricorso sempre più ampio alla produzione di energia da fonte rinnovabile e in

generale ad ampliare il mix di consumo.

#RigenerazioneUrbana, una città è smart quando più semplicemente la percepiamo come bella, accogliente e sicura. La bellezza è conditio sine qua non per garantire la piena vivibilità di un luogo, in quanto in grado di portarsi dietro comportamenti adeguati, stili di vita all’altezza e offrire luoghi e spazi in grado di tirare fuori da ciascuno il proprio meglio. Per rigenerazione urbana si intende una particolare attenzione da un lato alle periferie, che dovranno sempre più essere parte integrante del tessuto urbano, in modo organico, unitario e dall’altro il centro storico, che rappresenta un grande attrattore ma che in diversi luoghi appare oggi abbandonato. Poi c’è il tema del pieno recupero di spazi storici della città dalla cavallerizza al ex manifattura tabacchi, le tante caserme storiche, tutti luoghi di grande suggestione ed evocazione storica che dovranno essere meglio valorizzati.

#Digitalizzazione, o agenda digitale è il tema più impattante, infatti la sfida o corsa al digitale rappresenta da un lato un potente catalizzatore di innovazione dall’altro un moltiplicatore significativo delle opportunità di crescita e di creazione di impresa. Senza un reale progetto di digitalizzazione Torino non sarà in alcun modo in grado di rilanciarsi sui mercati locali e ancor più su quelli internazionali. La digitalizzazione consente inoltre di garantire un più facile ed efficiente accesso ai servizi e di accelerare il processo di dematerializzazione, consentendoci in questo modo di risparmiare risorse naturali o di garantire a parità di consumi maggiori servizi a più alti standard.

#Ambiente, le città possono fare tantissimo per la salvaguardia dell’ambiente in generale, ma soprattutto hanno il dovere di custodire spazi di natura e aree verdi all’interno del proprio tessuto urbano, Torino è tra le città in Italia che vanta il maggior numero di parchi pubblici, spesso però lasciati all’incuria e al degrado, un esempio su tutti il parco del Valentino, ed il suo splendido giardino botanico, luogo che si spera possa tornare presto a disposizione dei torinesi.

Un punto molto importante nella gestione ambientale di una città riguarda la corretta gestione dei rifiuti, in particolare i rifiuti così detti solidi urbani, i quali rappresentano un grosso problema per le nostre discariche, e che invece con semplici politiche di gestione e valorizzazione potrebbero tranquillamente rappresentare una preziosa risorsa, passando così da un problema ad una opportunità. Questo cambio di passo impone però una revisione complessiva del modello economico e più in generale di sviluppo, un modello che si basi sulla sostenibilità e sull’economia circolare dove il concetto di rifiuto non esiste, sostituito da termini quali il riuso ed il riciclo finalizzato appunto al recupero di materie prime.

Se intendiamo con il termine “cultura” l’apporto vivifico al nostro patrimonio valoriale, capace di trasmettere ed insegnare valori, ci renderemmo conto che il tema culturale è certamente un tema trasversale oltre che di grandissimo interesse nel processo di sviluppo di una città.

La cultura diventa così attrattore significativo e driver importante dell’offerta turistica di una città, ancor di più per la nostra Torino testimonianza viva della storia italica e di della sua cultura: i suoi palazzi, le sue vie, i suoi teatri risuonano dell’eco della storia e di quel destino che ha definitivamente consacrato l’Italia.

Sarebbe però interessante porre ad ogni abitante di Torino una domanda: vi sembra che questa città sia turistica?

Non credo che la risposta risulterebbe affermativa: non basta essere una delle città architettonicamente più belle d’Europa, inserita in un territorio pieno di cultura oltre che storica anche culinaria e paesaggistica, per attrarre curiosi da ogni dove.
La “dote” turistica nasce da meccanismi, spesso innati in un luogo ma cresce attraverso un dna insito in coloro che in quel luogo vivono.

Si può sicuramente affermare, senza paura di essere contraddetti che Torino si mostrò come una vera città turistica di valenza internazionale, nel 2006, anno delle Olimpiadi. La sua eccletticità, il suo essere custode del passato ed al contempo in prima linea per lo sviluppo delle tecnologie future, non possono che attrarre un variegato pubblico differente per età ed interessi.

Investire nel Turismo, sarebbe sicuramente una buona carta da giocare per Torino.
In prospettiva olimpica questo era stato fatto ma tutto l’impianto ha avuto breve durata; la professionalità, derivata da anni di lavoro nel settore è il primo segreto del successo dell’investimento.
La capacità di evolversi ed assecondare le esigenze degli ospiti arrivando a proporre novità di livello è un altro punto da perseguire; sentirsi parte del proprio territorio, amarlo e salvaguardarlo è fondamentale. Non basta possedere un museo per riempire le sue stanze.
Oggi il turista desidera vivere un’esperienza totalizzante, una vera e propria immersione nella città, nei suoi parchi, nelle sue vie, nelle sue piazze, per questo il turismo è la “summa” del buon governo di una città, ma senza una visione strategica certi traguardi non si raggiungono, occorrerà puntare su una rete museale efficiente e coordinata, con un’unica regia che consideri la città smart come essa stessa un pilastro dell’offerta culturale e turistica, una città che offra ai turisti servizi efficienti ed informazioni precise è un ottimo viatico per il rilancio turistico di Torino.

  • Polizia locale: restituire alla città un corpo di polizia dedito alla sicurezza e alla tutela dei cittadini, e non più solo strumento per far cassa attraverso un incremento cospicuo delle multe; ben 93 milioni di euro la cifra che il comune ha messo a preventivo ed in crescita rispetto all’anno precedente;
  • Supporto concreto a quelle famiglie che hanno persone con disabilità fisica e/o mentale;
  •  Contributo famiglia: prevedere bonus bebè per servizio asili o servizio baby sitter;
  • Manutenzione dei parchi e delle aree verdi della città;
  •  Aumentare il numero di cestini per la raccolta deiezioni canine;
  • Revisione degli oneri di occupazione suolo pubblico per esercenti commerciali e mercati rionali;
  •  Tema senzatetto: una vera emergenza per la città, occorre offrire una casa ai clochard e restituire il decoro al centro storico della città;

  • Revisione del regolamento di assegnazione impianti sportivi e aree ricreative della città;

  • Riprogettazione urgente della viabilità, con particolare attenzione alle piste ciclabili le quali rappresentano oggi un serio problema di sicurezza;

  • Sicurezza: aumentare il numero di telecamere ed incrementare la presenza di forze dell’ordine sul territorio;

  • Sgomberi: liberare le case occupate illegalmente ed illegittimamente;

  • Mobilità: introdurre sistemi di monitoraggio intelligente che segnalino in tempo reale ai cittadini eventuali code, intasamenti o semplicemente dove poter trovare un parcheggio libero;

  •  

Occorrerà dunque ripensare, riprogettare la governance urbana, immaginare un disegno nuovo della Torino futura, di una città che guardi lontano ma che sia ben radicata sul suo territorio, che incentivi le produzioni locali e privilegi la filiera corta, una città capace di competere sul piano internazionale puntando sulle proprie eccellenze e soprattutto sulla propria identità, e di farlo senza timori reverenziali.

L’appello è perché tecnici, politici, amministratori ed in generale i portatori di interesse tutti, si interroghino sul modello di città del futuro, individuando nuovi percorsi e nuove linee di sviluppo capaci di garantire una crescita sostenibile e una piena vivibilità delle nostre città, noi ci siamo e saremo aperti a discutere con tutti coloro che realmente hanno a cuore il futuro di Torino.